I tanti attriti accumulati dall'inizio della stagione tra Charles Leclerc e Sebastian Vettel sono confluiti nel disastro perfetto, ovvero lo scontro ad Interlagos che ha compromesso la corsa al terzo posto Mondiale dei due. Jacopo D'Orsi, de La Stampa, ha provato ad analizzare l'atmosfera in casa Ferrari: "Hanno resistito 1202 giri prima di mettersi le ruote addosso e mandarsi a quel paese, quasi 20 gare, distanza ragguardevole considerando che da tempo nel paddock il disastro non era nemmeno quotato. In discussione non era più il «se», soltanto il «quando» Sebastian Vettel e Charles Leclerc avrebbero rappresentato in pista lo scontro che per tutta la stagione hanno vissuto nel box, detestandosi sempre meno cordialmente, tra scie non concesse (Monza) e posizioni non restituite (Sochi), tra sgarbi più o meno evidenti, fino a quella fatale carezza tra pneumatici che ha dato il via all’Armageddon ferrarista.
«Così non va bene», ha detto incredulo il team principal Mattia Binotto, per nulla divertito dal duello fratricida dalla sceneggiatura da blockbuster: il campione affermato contro il baby talento, l’antidivo contro il social-boy, più semplicemente il vecchio (32 anni) che non sopporta di essere superato dal giovane (22) e perde di nuovo la testa, indirizzando la sua SF90 in rotta di collisione con l’altra. L’ennesimo scivolone in due stagioni da dimenticare. Così non si può e non si andrà avanti, stavolta l’hanno combinata troppo grossa e l’irritazione Ferrari è trasversale, dai vertici all’ultimo dei meccanici. Il «segnale forte» promesso ai piloti sarà metterli di fronte alle responsabilità, dopo averli lasciati cuocere nel loro brodo nel post gara: niente riunione, niente processi per direttissima, solo il rimprovero del capo che ha concesso fiducia e si sente tradito. In attesa, in settimana, dei colloqui personalizzati in sede come avvenne dopo la Russia.


Arriverà il decalogo con le nuove regole d’ingaggio. Non torneranno necessariamente gli ordini di scuderia, ma quanto studiato nelle riunioni andrà rispettato alla lettera, «automaticamente», senza più equivoci o discussioni, tantomeno quelle imbarazzanti via radio. Serve il bastone per dare un futuro a questa coppia scoppiata. Vettel (non più prima guida) e Leclerc partiranno alla pari, Binotto non cambia idea: è troppo presto per puntare solo sul giovane, «già in grado di lottare per il titolo» ma ancora un po’ acerbo, sebbene gli eventi di Interlagos abbiano segnato altri punti a suo favore. D’altro canto, dopo aver fatto di tutto per recuperare Sebastian – senza la strategia non avrebbe vinto nemmeno a Singapore, unico squillo 2019 -, declassarlo equivarrebbe a distruggerlo. Ci sono anche un pericoloso contratto in scadenza e altri 35 milioni di buoni motivi (l’ingaggio) a consigliare di non farlo. A meno che non sia lui a voler cambiare aria. Ricciardo o Hulkenberg, nel caso, sarebbero il piano B".

F1 Web Tv
Sezione: News / Data: Mar 19 novembre 2019 alle 15:30
Autore: Paolo Mutarelli / Twitter: @j_pablo99
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