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F1 | Gp del Messico: l'aria rarefatta del circuito Hermanos Rodriguez cosa comporta?

di F1N Redazione

Oltre all'evoluzione della pista, l'altitudine di Città del Messico, situata a oltre 2200 metri sul livello del mare, gioca un ruolo fondamentale nelle prestazioni delle vetture. L'aria rarefatta riduce il carico aerodinamico generato dalle monoposto, il che si traduce in velocità di punta molto elevate, nonostante l'utilizzo di configurazioni delle ali tipiche dei circuiti che richiedono massimo carico aerodinamico. Proprio su questo tracciato, nel 2016, la Williams-Mercedes di Valtteri Bottas ha stabilito il record di velocità più elevata, raggiungendo i 372,5 km/h.

L'altitudine influisce anche sul comportamento degli pneumatici, con un livello di graining solitamente piuttosto accentuato. Inoltre, sui rettilinei più lunghi – quello principale e quello che collega le curve 3 e 4 – le temperature superficiali delle gomme tendono a diminuire rapidamente, costringendo i piloti a prestare particolare attenzione alle staccate, soprattutto in curva 1, per evitare bloccaggi che potrebbero danneggiare le gomme.

Le particolari condizioni climatiche e l'altitudine aggiungono ulteriori difficoltà alla gestione delle componenti cruciali, come il raffreddamento dei freni e della power unit. La capacità delle squadre di adattarsi a queste condizioni uniche sarà determinante per il successo del weekend, in un Gran Premio che richiede precisione e strategie mirate per ottenere il massimo delle prestazioni.


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